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Dopo il fallimento di Copenhagen, serve una mobilitazione ancora più ampia

Intervento di Paolo Beni sul vertice sul clima di Copenaghen

Il vertice in sè è stato un fallimento, inutile girarci intorno. Ma, come dichiara Paolo Beni, presidente Arci, l'occasione è stata propizia per catalizzare l'attenzione su un problema serio ed universale, quale è quello dei cambiamenti climatici e della necessità di politiche energetiche ecologiche, riuscendo a "coagulare" per le strade di Copenhageni i mille rivoli di una nuova generazione di attivisti che dopo alcuni anni di disillusione chiedono con forza che la Politica con la p maiuscola torni ad essere protagonista e riesca a guidare l’economia. Nessuno di loro si dà ora per vinto. E non possiamo darci per vinti neanche noi. Ora più che mai è il momento dell’azione.

L’Arci ha dato il suo piccolo contributo alle oltre 200 iniziative di mobilitazione e sensibilizzazione promosse il 12 dicembre dalla Coalizione “In marcia per il clima”, che hanno visto una partecipazione molto forte. Era percepibile attorno alla battaglia per un clima migliore un grande calore, molta preoccupazione ed anche tanta voglia di mettersi in gioco, di fare sentire la propria voce. E’ da qui che dobbiamo ripartire. Servono cambiamenti strutturali nel modello di sviluppo, a cominciare dalle politiche energetiche, nei nostri stili di vita, di alimentazione, di mobilità, nel modello di organizzazione delle nostre comunità, delle nostre città. La voce che si è alzata dalle 200 piazze italiane, così come dalle mobilitazioni a Copenhagen ed in tantissimi paesi del mondo, segnala che la disponibilità a cambiare comportamenti e stili di vita c’è ed è forte. Ma da sola non basta. Serve una classe politica all’altezza, in Italia, in Europa e su scala internazionale, che possa agevolare alcuni cambiamenti ed imporne altri, ripartendo equamente i costi, nella consapevolezza che ogni mese perso comporterà costi sempre più alti.

Da questo punto di vista preoccupa non poco il modo con cui si è giunti alla chiusura del vertice, con un accordo tra 4 grandi potenze e i paesi più poveri che reclamano inutilmente di avere spazio e voce. E preoccupa ancor più la debolezza dell’Unione Europea, presa dalle sue grandi contraddizioni, inefficace finora nel rispettare gli impegni assunti in termini di riduzione concreta delle emissioni, e quindi meno credibile ed autorevole rispetto ai precedenti vertici. Una nostra riflessione sulla democratizzazione dell’UE, sul suo rafforzamento attraverso un riavvicinamento alle istanze della società civile è a questo punto irrinunciabile. Ma serve anche che l’Arci traduca i cambiamenti necessari in iniziative concrete all’interno dei propri circoli, attraverso il miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili, con le forniture di energia pulita, la minimizzazione dei rifiuti, la promozione dei gruppi di acquisto solidale, le cene a Km 0. E, vista la scarsa attenzione con cui il governo italiano e le forze politiche del nostro Paese (anche a sinistra) hanno seguito gli sviluppi del vertice, è importante che l’Arci si faccia promotrice, insieme alle altre associazioni, di una battaglia politica e culturale per porre questi temi al centro dell’agenda italiana. E’ evidente che sarà sulla concretezza dell’azione politica, sulla capacità di rispondere a sfide globali come quella climatica che i cittadini, e in particolare le giovanissime generazioni, sempre più misureranno i propri rappresentanti. Anche se il vertice di Copenhagen è fallito, la sfida per salvare il pianeta dal surriscaldamento prosegue ed entra ora in una fase cruciale. E’ necessario costruire con ancora maggiore determinazione una mobilitazione ampia che possa contribuire a disincagliare le trattative e farle approdare a decisioni concrete e vincolanti.

La mobilitazione dell'Arci di Foggia

Anche a Foggia L’Arci Comitato Provinciale, Legambiente Circolo Gaia e Arciragazzi, si sono attivate per promuovere l’iniziativa “100 piazze per il clima” nella giornata di sabato 12 Dicembre, in concomitanza con l’appuntamento di Copenaghen dove i grandi della terra erano riuniti per cercare un accordo mondiale vincolante per ridurre le emissioni di CO2.

      Sull’Isola pedonale è stato predisposto un banchetto di raccolta firme a cui hanno aderito numerosi cittadini che, nonostante la frenesia per gli acquisti natalizi ed il freddo pungente, hanno manifestato particolare interesse nell’approfondire le tematiche relative al surriscaldamento globale ed all’inquinamento, segno che siamo riusciti anche a Foggia a far comprendere all’opinione pubblica come il clima sia un problema che riguarda tutti e che siamo ormai arrivati ad un punto di non ritorno per cui non è più possibile posticipare ancora la proposizione di soluzioni valide ed eque per cercare di risolvere la gravissima situazione che decenni di inquinamento sconsiderato hanno prodotto.

      In base a dati diffusi stamane da Legambiente, la petizione ha raccolto finora 5000 firme.  
 

 

 

        

 

 

 

 

 
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