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COMUNICATO STAMPA ARCI

Berlusconi cambia idea e arma i bombardieri
Nelle scelte del governo italiano non c’è niente di umanitario

Le parole di Berlusconi sono bolle di sapone. Le bombe italiane che cadranno sulla Libia purtroppo no. Si potrebbe sintetizzare così l’improvviso voltafaccia del Presidente del Consiglio. Diversi possono essere i motivi, ma nemmeno uno rientra nell’applicazione della risoluzione Onu 1973. Per quanto ambigua e contradditoria,  quella risoluzione in nessun caso può essere letta come un invito ad azioni di guerra.

Siamo a fianco dei civili schiacciati fra la guerra e la dittatura, siamo per la liberazione della Libia da Gheddafi, ma i bombardamenti dell’Italia non hanno nulla di umanitario, sono dettati solo da interessi economici, energetici, strategici.

Se il Governo Italiano avesse una politica umanitaria per la democrazia nei paesi arabi si batterebbe per l’apertura di corridori umanitari per i profughi, agirebbe per fermare la repressione in Siria, aiuterebbe concretamente la transizione democratica in Tunisia, fermerebbe i respingimenti dei migranti alle frontiere e li accoglierebbe in modo umano e dignitoso. Invece si prepara a bombardare, alla vigilia dell’incontro con Sarkozy sull’immigrazione, dopo cento anni esatti dalla sciagurata avventura coloniale del 1911 nel paese africano.

In ogni caso le sorti della rivolta in quelle zone del mondo c’entrano ben poco. La guerra sostituisce la politica per perseguire obiettivi che neppure possono essere dichiarati tanto sono bassamente strumentali.

Le rivolte arabe meriterebbero una ben altra politica italiana ed europea. Intensifichiamo l’impegno, insieme alle organizzazioni sociali democratiche pacifiste, solidali, antirazziste perché la parola ritorni alla politica, ai popoli e a chi davvero lavora  per la pace e la giustizia.

Roma, 26 aprile 2011 - Ufficio Stampa Arci Nazionale

Di seguito riportiamo la nota emanata dal Coordinamento 2 Aprile (a cui anche l'ARCI aderisce):

COORDINAMENTO 2 APRILE

Le persone, le organizzazioni e le associazioni che in questo periodo hanno sentito la necessità,
attraverso appelli, prese di posizioni e promozione di iniziative, di levare la propria voce

  • CONTRO LA GUERRA E LA CULTURA DELLA GUERRA 
  • PER FERMARE I MASSACRI, I BOMBARDAMENTI E PER IL CESSATE IL FUOCO IN LIBIA
  • PER SOSTENERE LE RIVOLUZIONI E LE LOTTE PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA DEI POPOLI MEDITERRANEI E DEI PAESI ARABI
  • PER L'ACCOGLIENZA E LA PROTEZIONE DEI PROFUGHI E DEI MIGRANTI 
  • CONTRO LE DITTATURE, I REGIMI, LE OCCUPAZIONI MILITARI,LE REPRESSIONI IN CORSO
  • PER IL DISARMO, UN'ECONOMIA ED UNA SOCIETÀ GIUSTA E SOSTENIBILE

ESPRIMONO

LA LORO NETTA OPPOSIZIONE AL COINVOLGIMENTO DELL’ITALIA
NEI BOMBARDAMENTI IN LIBIA

alla luce

  • dell’articolo 11 della nostra Costituzione
  • del passato coloniale del nostro paese e delle stragi ad esso collegate
  • del sostegno e delle armi dati al regime di Gheddafi fino all’ultimo momento
  • del non impegno per il cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari per i profughi
  • della ripresa dei respingimenti dei migranti
  • della mancanza di una dignitosa politica di accoglienza
  • del silenzio colpevole e gravissimo contro la strage di oppositori disarmati in Siria
  • del disimpegno totale sulla transizione democratica in Tunisia e in Egitto
  • della complicità con la occupazione militare in Palestina e con l’assedio a Gaza

NON C’E’ NIENTE DI UMANITARIO NELLE BOMBE ITALIANE IN LIBIA. C’E’ SOLO LA DIFESA DI INTERESSI ECONOMICI, ENERGETICI, STRATEGICI.

La popolazione libica schiacciata dalla guerra e dalla dittatura e i popoli di tutto il mondo arabo
hanno bisogno di un’altra politica italiana ed europea

METTIAMO IN CAMPO TUTTE LE INIZIATIVE POSSIBILI DI DENUNCIA E SOLIDARIETA’
PER IL CESSATE IL FUOCO
PER DIFENDERE E AFFERMARE DAVVERO
LA DEMOCRAZIA, LA PACE E LA GIUSTIZIA, TUTTI I I DIRITTI UMANI, SOCIALI E CIVILI

http://coordinamento2aprile.blogspot.com/

Prime adesioni:

Sud, ACS, Altra Agricoltura, ARCI, Associazione Amici della Mezzaluna Rossa, Associazione Culturale Punto Rosso, Associazione Mediterranea, Associazione Obiettori Nonviolenti, Associazione per la pace, Associazione Rinnovamento Sinistra, Associazione Ya Basta Italia, Attac Italia, Centro Balducci, CIPAX, CISDA, COBAS, Comitato Difesa Scuola Pubblica, Comitato Piazza Carlo Giuliani, Coordinamento Studentesco Universitario, European Alternatives Italia, Fiom-Cgil, Forum Ambientalista, Lunaria, Movimento Nuovi Profili, Rete della Conoscenza, Rete Internazionale Donne per la Pace, Rete Studenti Medi, Senzaconfine, Sinistra Euromediterranea – Rete@Sinistra, Unione degli Universitari, WILPF, Associazione Culturale Casa Rossa – Spoleto, Associazione Yakaar Italia Senegal, Casa per la pace – Milano, Centro Solidarietà Alta Maremma, Comitato Fiorentino Fermiamo la Guerra, Comitato Italia Amig@s Sem Terra, Comitato Pace Rachel Corrie, Convergenza delle Culture, Genova Laica, Genova Popolo Viola, Gruppo Sconfinate, Rete Antirazzista IV Municipio Roma, Stelle Cadenti – Artisti per la pace, Tavola Pace e Cooperazione – Pontedera, Usciamo dal Silenzio e Restiamo Umani –Genova. FdS; PdCI, Prc, SeL, Sinistra Critica. Mimmo Pantaleo, Elettra Deiana, Luciano Favaro, Eugenio Melandri, Silvana Pisa e molti altri.

Per aderire: coordinamento2aprile@gmail.com

Infine, riportiamo la breve nota di Flavio Lotti, rappresentante e portavoce del Tavolo della Pace:

"L'Italia deve aiutare il popolo libico a liberarsi dalla doppia morsa di Gheddafi e della guerra. Perché non attivare subito la missione europea EUFOR Libia?". La decisione dell'Italia di partecipare attivamente ai bombardamenti in Libia è insensata, inutile e inconcludente. Se è vero che ci sono già dodici paesi che bombardano la Libia, che senso ha che lo faccia anche l'Italia? Qual è il valore militare aggiunto di questa decisione? E poi: bombardare chi? Bombardare cosa? Di quali obiettivi mirati stiamo parlando?
40 giorni di bombardamenti non hanno impedito l'assedio e il massacro di Misurata. Quanto tempo deve passare ancora prima che il mondo decida di cambiare strategia? Dov'è finita la coerenza con la risoluzione dell'Onu 1973 che al primo punto chiede a tutti di operare per "raggiungere l'immediato cessate il fuoco e la fine di tutte le violenze e gli attacchi contro i civili"? Perché si continua a parlare solo di guerra e non si discute di alcuna iniziativa politica?

E' mai possibile che la domanda di libertà del popolo libico debba essere affidata alle bombe? Possibile che non ci sia altro da fare? Invece di partecipare ai bombardamenti, l'Italia dovrebbe mettere in campo una grande iniziativa diplomatica con tre obiettivi prioritari: fermare l'escalation della violenza per fermare la strage di civili, puntare a una tregua che consenta di portare aiuto immediato alla popolazione di Misurata e poi raggiungere il cessate il fuoco. Questo è il tempo di chiudere con i bombardamenti e inviare vera e propria missione dell'Onu sotto la guida diretta del Segretario Generale in grado di proteggere realmente i civili. Perché non si è ancora attivata la missione europea EUFOR Libia? Prigionieri di Gheddafi e della guerra. L'Italia deve aiutare il popolo libico a liberarsi da questa doppia morsa. Non c'è obiettivo più importante. Per questo l'Italia dovrebbe diventare il crocevia dell'impegno europeo e internazionale per la pace e la sicurezza umana nel Mediterraneo. Ma per ottenere questo risultato servono credibilità, coraggio e lungimiranza. Doti più rare della pace che nessuno riesce più a invocare. Per il popolo libico la Pasqua è ancora lontana. Questo è il tempo lungo della Passione.

Flavio Lotti - coordinatore nazionale della Tavola della pace


Perugia, 27 aprile 2011

 

 
     
   
 
   
                 
     
 
 
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